2021-11-28

Il fine ultimo

Le opportunità per resistere all'imitazione

Caro E.,

a quanto pare la figura del "padre" non risplende di vitalità e forza da "qualche" anno a questa parte. Mi sono messo alla ricerca di un fine nobile, di una stella polare che riassumesse il mio ruolo all'interno della famiglia. Un punto fermo da tenere sempre in vista per quei momenti in cui la stanchezza, gli impegni e le vicissitudini della vita fanno perdere la bussola.

Per trovarlo mi sono affidato alla lettura di due testi1 in grado di raccontare con spirito critico questa figura che negli ultimi secoli sembra essere entrata in una crisi di identità, perché solo da un'analisi critica si può emergere con un proposito positivo e di riscatto. Non so se la risposta che ho maturato sia definitiva, anzi, so perfettamente che non lo è, ma è una prima risposta: è un primo tassello da appendere al muro e guardare quando si tratta di prendere una decisione.

Queste righe vogliono essere la mia promessa ad elevarti2, a ricordare quel gesto di Ettore nell'Iliade senza trasformarlo nella sua variante materiale per farti vivere una vita più agiata. Il mio fine ultimo sarà quello di fare di tutto per metterti nella condizione di avere delle possibilità nella TUA vita. Non ti darò le possibilità, non ti darò occasioni, non ti darò scorciatoie ma proverò di tutto per trasmetterti la consapevolezza di poter avere delle possibilità per seguire i tuoi sogni, le tue inclinazioni e le tue passioni.

La sfida più grande per me sarà coniugare e allo stesso separare l'esempio, la concretezza, dal suo valore. Separare per trasmettere una eredità3 ma scongiurare il pericolo dell'imitazione: non dovrai rifare le mie scelte, rivivere la mia vita come ripetizione. Dovrai essere grande a modo tuo, rielaborare l'eredità e rinnovarla alla luce della tua vita.

Sono arrivato a questa sintesi soffermandomi soprattutto sull'immagine della fuga di Enea da Troia in fiamme: il padre Anchise sulle spalle e il figlio per mano. Una scena a prima vista controversa, quasi rinunciataria nella sua concretezza ma potente nel valore: Enea sceglie la strada con la più alta probabilità di offrire una possibilità al futuro del figlio.

In questa immagine, come nell'immagine di Ettore stesso, sono riuscito a cogliere la complessità di quello che Zoja nomina il "paradosso del padre": saper togliere l'armatura per avere accesso al figlio ed essere riconosciuto dal figlio, ma metterla per non diventare troppo simile alla madre e perdere la sua specificità.

Ammetto che il paradosso del padre mi aveva messo in crisi: sono una persona che rifugge la violenza e il predominio sugli altri. Credo nella possibilità di una società gentile e la forza di questo atteggiamento non è direttamente visibile, ma potrebbe passare come una sconfitta. La scelta di Enea mi ha confortato, è un punto in cui la legge morale e la legge della forza hanno trovato un quasi impossibile punto di incontro: io padre indosso l'armatura (della forza) per mostrare una scelta al figlio (morale), scegliendo la vita e il futuro. La forza, la potenza di Enea rispetto alla società (Troia in fiamme) non è la forza della lotta, è la resistenza a quella pulsione per una via per il figlio.

Sono consapevole, piccolo E., che questa analisi è acerba e probabilmente manchevole di alcune nozioni di base in grado di sostenerla: ma resta valida nel suo intento, nel rassicurarti che sono consapevole del mio impegno e della mia responsabilità e che farò tutto quello che è in mio potere per aiutarti a diventare una giusta Persona in questo mondo e non una persona giusta per questo mondo. L'impegno è quello di essere lì per farmi trovare, la ricerca la dovrai fare tu, metterti a disposizione la mia testimonianza affinché tu possa, spero, costruire quel modello su cui poi diventare adulto.

I due libri che ho letto, molto (molto) lentamente, sono stati una fatica necessaria per fermarmi a riguardare la mia vita di figlio. Riprendere per le mani quella eredità e chiedermi se l'ho plasmata sufficientemente a mia immagine per riuscire a passarla a te con consapevolezza. Interrogarmi se da quella eredità è scaturita la maturità e la sicurezza della mia testimonianza da cui scaturirà quell'insieme simbolico che costituirà la mia eredità nei tuoi confronti. Come, penso, per ogni padre, la paura di non essere un testimone sufficientemente forte o divenire un testimone soffocante non è assente nella mia vita. Trovare l'equilibrio del limite che non diventa dittatura ma spazio di sicurezza e di crescita è l'ingrediente fondamentale per perseguire il mio fine ultimo.

Credo che basti aspettare un po' e sarai tu il primo giudice di questa mia opera. Io mi sono ripromesso tra qualche tempo di rileggere questi testi e di creare una nuova versione di questo messaggio per te.

A presto, M.

Footnotes

  1. "Il gesto di Ettore" di Luigi Zoja e "Il complesso di Telemaco" di Massimo Recalcati

  2. "Il gesto di Ettore" di Luigi Zoja

  3. "Il complesso di Telemaco" di Massimo Recalcati