Caro E.,
imparerai che la strada più breve tra due punti è una linea retta, precisa. Vivrai in un mondo pieno di linee rette tracciate da altri che hanno lo scopo di facilitarti la vita e "rimetterti in pari" con la cosiddetta realtà.
Tutto bello, a tratti utile e a volte comodo. Ricorda però che lì fuori è pieno di bellissime possibilità, di linee nuove, di percorsi diversi. La realtà è una grande caos, una moltitudine di cause ed effetti, di correlazioni e collegamenti, di percorsi tortuosi e montagne russe a non finire.
Per collegare due punti puoi usare infinite linee delle lunghezze che preferisci: ma questa possibilità spesso spaventa, a volte fa perdere la bussola. A me l'ha fatta perdere spesso e ancora la perdo. Ci sono talmente tante strade che puoi seguire che ti potresti ritrovare a restare fermo. O peggio, cominciare a vagare senza una rotta, senza una guida a cui fare riferimento: trasformare il caos in caso diventa un gioco a perdere.
Il caos, quell'apparente disordine, è un mare bellissimo in cui navigare perché libero per la tua fantasia, la tua immaginazione e la tua ambizione. Ma devi seguire una rotta: devi seguire una rotta anche se non è chiara la meta, devi seguire una rotta anche se stai esplorando un ambiente nuovo. Devi cercare un metodo per muoverti con cognizione senza precludere lo sguardo all'orizzonte.
In questi anni sono naufragato molte volte, e chissà quante altre lo farò. Guardandomi indietro però ho individuato 4 strategie che voglio raccontarti. Probabilmente sono banali, a tratti ovvie e in tal caso avrai solo sprecato un paio di minuti del tuo tempo. Se così non fosse sono felice di averti dato uno spunto.
Timeline a doppia entrata
Costruire una timeline quando affronti una tematica che ha una storia e la cui storia è parte integrante della tematica può essere un bell'ausilio alla navigazione. Questa timeline la puoi usare in due modi diversi: puoi partire dal principio e seguire la freccia del tempo esplorando tutta l'evoluzione di quello che stai imparando (prima entrata). Oppure puoi prendere un avvenimento di tuo interesse e muoverti nel passato alla ricerca delle cause e nel futuro alla scoperta delle conseguenze (seconda entrata). Puoi saltare da un entrata all'altra, in entrambi i casi arricchirai e ti creerai una mappa di come sono andate le cose.
Focus sul tema
Prendi un argomento ed esploralo in lungo e in largo, immergiti nei suoi abissi, scala le sue montagne e cavalca le sue praterie. Cerca però di non andare fuori tema finché non avrai deciso che l'esplorazione è terminata, tutto ciò che si collega al tema è una porta che devi costruire ma non aprire, tieni la chiave in tasca finché non sarà pronto il tuo bagaglio. Il pericolo di questa tecnica è quello di non finire mai: un tema può avere vette irraggiungibili, praterie che si estendono all'infinito e abissi che non hanno un fondale. Può esserti d'aiuto fissare un limite temporale entro cui raggiungere un punto fermo.
Focus sull'obiettivo
Rispetto al precedente questo richiede uno sforzo a priori: ti devi fare un'idea di cosa vuoi ottenere e poi macinare la strada che ti porta verso quell'obbiettivo. Si applica bene per obiettivi circoscritti, con una dimensione che sei in grado di predefinire. Può essere una tecnica eccellente per costruire qualcosa. Fai attenzione che un obiettivo troppo "largo" può farti cadere nel secondo metodo e non raggiungere l'obiettivo in tempi ragionevoli può diventare frustrante e farti perdere entusiasmo. Anche in questo caso un vincolo temporale ti può aiutare eventualmente a ritarare il tuo goal.
Il sonar
Non ho trovato un nome più appropriato e che riuscisse a rappresentare l'idea di questa tecnica. Immagina una nave che ha a bordo questa specie di sonar che funziona in modo un po' particolare: invece di "ascoltare" la risposta di un eventuale bersaglio questo sonar rileva sempre una riposta che dipende dalla profondità a cui si sono emesse le onde. Ovviamente questo sonar ha senso nel mare della conoscenza dove tutto di fatto è un bersaglio. Se scegli una piccola profondità otterrai delle risposte molto velocemente ma altrettanto superficiali, più alto sarà il livello di profondità a cui emetterai le onde più tempo dovrai attendere per ricevere una risposta ma più precisa e esauriente sarà quest'ultima. Nella mia testa l'analogia con questo strumento funziona, non so se è lo stesso per te, ma l'idea è che puoi usare il sonar per esplorare l'ambiente utilizzando onde a bassa profondità, in modo da muoverti velocemente e costruire un primo strato della mappa. Poi puoi esplorare selettivamente porzioni più profonde dedicando più tempo e mappando più precisamente l'ambiente. Di fatto più che una tecnica è uno strumento che puoi utilizzare in abbinata con le altre tecniche ma che può tornarti utile per lo spiraglio che resta, perché c'è sempre uno spiraglio (vedi sotto).
Un oracolo per ogni architetto1
L'ordine annoia, il rigore non è mai sufficiente all'uomo. Ma lo spazio c'è, lo spiraglio per far fluire le suggestioni, l'insenatura in cui un mare diverso tocca le tue acque. Non costruire una diga, ma lega una corda allo scoglio e prova l'avventura. Per ogni scelta che farai tutte le altre possibilità saranno lì al confine che ti chiamano. Ascoltale di tanto in tanto, dalle la possibilità di suggerire qualcosa di nuovo. A volte una piccola evasione è quello che serve per recuperare le energie per seguire quella rotta che porta ad una meta ignota.
Allora, sono stati minuti persi?
Spero di no caro E., prendi tutto quello che c'è scritto sopra e distruggilo per farne qualcosa di tuo. Se vuoi, queste tecniche puoi combinarle insieme o puoi crearne una nuova tutta tua. La rappresentazione di quello che fai vive in un mondo tridimensionale e tutte le tecniche servono per dare evidenza di questo, per rappresentarlo. Ma quello che sei dopo aver imparato qualcosa ha la dimensione della tua immaginazione e trascende lo spazio. Usa gli strumenti per rappresentare tutte le tue dimensioni, uno spazio alla volta.
A presto, M.
Footnotes
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Vedi Matrix. ↩