Caro E.,
sul perché non uso il mio nome vero online mi piacerebbe dirti che sono un fan di Batman e volevo provare il brivido di indossare una maschera, ma in realtà non uso il mio nome proprio per non dover dare quel tipo di risposta o qualsiasi altra risposta di contingenza.
La realtà è che sono una persona e come persona sono a volte incoerente, contraddittoria e a volte paradossale prima di tutto con me stesso. Sarebbe difficile separare il pensiero dalla persona che lo esprime e te lo dico perché a volte faccio fatica a farlo con me stesso: leggo delle cose che scrivo e per quanto le ritenga corrette sono consapevole che sono il primo che non riesce a rispettarle.
Come posso pretendere che lo faccia tu?
Questo spazio è una versione rielaborata e ragionata di me, ma bada bene che non è questo il modello da seguire. Questo è il mio tentativo di creare un metro di paragone: ti racconto come vorrei essere, cosa vorrei fare, cosa penso e cosa provo a fare. Poi ci sono io, tu mi conoscerai con il mio vero nome, mi chiamerai papà e non saprai (fino a quando non so) che io sono anche questo. Ma potrai e potremo usare questo per confrontarci, per verificare se sto andando nella direzione giusta, se quello che sono e che faccio è aderente con quello che scrivo.
Poi ci sono io. Questo è anche uno spazio per confrontarmi con me stesso, è uno specchio in cui poter raccontare la mia verità e poterla riguardare quando ne ho bisogno. Questo non significa vivere una menzogna nella vita vera, ma noi siamo il frutto di tutta la nostra vita passata, di tutte le scelte fatte e di tutte le influenze ricevute. Certi tagli o cambiamenti sono più difficili da fare, certi discorsi sono più complessi da affrontare. C'è un'immagine del noi fisico che più passa il tempo più si cristallizza e non è sempre facile trovare accoglienza nel cambiamento. D'altro canto la comfort zone crea sicurezza, serenità e stabilità. Allora questo spazio diventa una sandbox, un luogo sicuro in cui sperimentare il cambiamento senza traumi. Si può discutere se questo sia un modo corretto di affrontare le cose, ma per il momento per me funziona.
Si poteva fare tutto senza inventarsi un nome di fantasia? Certo, ma ho preferito così. Non vincolo nessuno a farmi finti complimenti o a leggere quello che scrivo per cortesia, non chiedo e non mi aspetto giudizi/feedback/consigli. Posso scrivere senza giustificare quello che scrivo in base ad altre scelte che ho fatto nella mia vita. Questo nome è una via gentile verso un cambiamento che a trent'anni sto vivendo in modo sereno ed entusiasta senza strappi. Questo nome è la barriera tra l'elaborazione del mio pensiero e il compromesso per stare al mondo.
A presto, M.