2022-07-28

Suggestioni Letterarie #1

La metamorfosi - Franz Kafka

Caro E.,

Quanto siamo diversi dentro e quanti strati rassicuranti indossiamo per far sentire a proprio agio gli altri. Siamo tutti pieni di strati e pochi hanno il coraggio di spogliarsi. Appena qualcuno ci prova deve pagare il prezzo dell’esilio e della diversità (che poi dovrebbe chiamarsi originalità) e sono pochi quelli che sopravvivono senza lasciarsi morire, che spesso significa rimettersi addosso quegli strati e magari chiedere anche scusa.

Ma se non ci lasciassimo morire? Se la nostra storia finisse in modo diverso e non permettessimo a nessuno di chiuderci dentro una stanza?

Ho letto queste pagine in un momento cruciale della mia trasformazione personale, in un momento in cui sento di aver distrutto il mio guscio e il mio Io è un insieme di pezzi che attendono di riprendere una forma. Solo che adesso ho la consapevolezza di poter scegliere: posso scegliere la forma, posso decidere che “mostro” diventare.

Sono stato colpito dalla sofferenza di Gregor nell'apprendere di non essere più accettato nella sua nuova forma e del suo senso di colpa verso le responsabilità che aveva assunto e che non poteva più sostenere, mi sono stretto a lui nel momento dell’abbandono, quando quella forma non era più compatibile con gli “spazi” che la circondavano e non sembrava esserci per lui più via d’uscita.

Io invece voglio costruirmi il mio spazio, adatto alla forma che voglio costruire, pieno delle cose che mi nutrono e mi tengono in vita, delle persone che non sono spaventate quando mi guardano, per le quali non parlo una lingua incomprensibile ma solo una lingua da conoscere.

Gregor aveva iniziato a conoscersi, a cercare un sistema di comunicazione ma non ha trovato accettazione: il riflesso del comportamento degli altri lo ha annientato, non è riuscito a vivere per sé stesso anche quando, io credo, era diventato il vero lui. Sono gli altri ad attribuirgli l’appellativo di mostro, lui semplicemente è nella sua nuova forma e le difficoltà sono sempre legate all'interazione con il mondo abitato prima dai suoi strati, conforme ad un sistema di strati indossati da tutti per sentirsi al sicuro.

In queste pagine io leggo un appello a trasformarsi, a prendere coscienza della nostra vera forma e costruire un mondo in grado di accoglierle. Un mondo in cui l’originalità e la diversità sono un momento di condivisione e non di esilio: parole dette e ridette e sempre seguita da “MA”, da una regola in più, da un’eccezione a cui crediamo di non poterci sottrarre, da una base che deve essere valida per tutti ma continuiamo a tenere troppo in alto rendendo le nostre società una casa con tante stanze e tante porte da chiudere a chiave.

Possiamo pensare che Gregor sia morto o che abbia indossato di nuovo le sue maschere, poco importa e poco cambia: ogni volta che rinunciamo alla metamorfosi un pezzo di noi cede alla comodità, alla sicurezza affidata a qualcosa di esterno da noi e non ci accorgiamo che ci trasformiamo di continuo per restare attaccati a quella sicurezza, strato su strato e non sia mai che, alla fine del viaggio, guardandoci allo specchio non vediamo un mostro vero.

A presto, M.