Caro E.,
siamo arrivati alla fine di un capitolo, al resoconto di questa prima parte di viaggio: un viaggio iniziato dalla rottura, proseguito con la ricostruzione ed ora la nave è pronta a salpare verso nuove avventure. Non è la fine di questo blog e non è la fine di queste mie lettere per te. Ti scriverò ancora ma ti scriverò di altro, sperimenterò qualcosa di nuovo forse, cercherò qualcosa di diverso, ma questo spazio lo lascio come riepilogo di questi ultimi 4 anni e mezzo. Voglio raccontarti la loro storia tutta insieme e provare a ripercorrere i temi di quello che ti ho lasciato nelle lettere precedenti.
Ma se non avessi tempo di leggere tutto ti anticipo il finale: metti le rotaie della tua vita nella direzione della tua massima espressione. Ho capito che per me questa è la felicità, essere ogni giorno la migliore versione di me (a prescindere da cosa mi trovo davanti): non lo so fare ancora bene, ma la mia vita d'ora in avanti sarà guidata da questa bussola.
Non è stato banale arrivare a questa conclusione e non sarà banale tenere fede a questa convinzione e ho voluto segnare questo traguardo.

Quelle due parole, memento mori, sono il monito per non rinunciare più nemmeno un secondo ad essere la migliore immagine di me stesso e l'incoraggiamento per tutte le volte in cui non riuscirò ad esserlo.
Ma torniamo a noi, la storia inizia la notte del 03 aprile 2018 con quello che possiamo chiamare l'attacco d'ansia primordiale. Il mio fisico mi ha bloccato affinché io riuscissi ad ascoltare quello che c'era dentro. Dentro c'era un'identità rimasta a livello embrionale, schiacciata e soffocata dalle immagini di me che mi ero cucito addosso per essere giusto al posto giusto. Forse nell'ultimo lampo di vita, nel raccoglimento di tutte le forze rimaste ha esploso l'urlo trasformato in vomito.
Da quel giorno ogni parte di me ha cominciato a scricchiolare, ogni luogo da riscoprire, ogni relazione da rivalutare e più cercavo di tornare a quella comoda realtà più il mio stomaco protestava e rigettava ogni azione che non andasse verso la riscoperta e la rinascita.
A quel punto ho dovuto fare due cose: placare il sintomo e iniziare a smascherarmi. Per fortuna ho avuto chi mi ha aiutato, guidato e supportato. Così ho iniziato a togliere, togliere e togliere ancora: ho iniziato a eliminare i paragoni, ho provato ad abbassare il mio auto-giudizio, ho iniziato a fare spazio a quella identità che ancora in posizione fetale aspettava spaventata il segnale per potersi esprimere.
Nel pieno di questa distruzione, ma iniziando a maturare l'idea della ricostruzione io e la mamma ci siamo sposati e per me questo ha significato anche iniziare un nuovo paragrafo della storia, con un inizio ben preciso.
Tutto questo progetto è stato rallentato dalla pandemia che ci ha colpito a inizio 2020 e che ha di fatto congelato ogni movimento, fisico e mentale. Anche io sono rimasto lì, fermo, in attesa. Senza particolari progressi, ma senza nessuna regressione. Una nota positiva da ricordare è l'acquisto della nostra prima casa, quella in cui credo tu viva ancora, che è stato un ulteriore tassello su cui poggiare il pensiero della ricostruzione. A quel punto c'era "l'altro" (la mamma) e c'era il dove: mancavo solo io.
Io sono arrivato qualche mese dopo, quando una mattina la mamma mi ha detto che saresti arrivato tu: insieme a te ha iniziato anche risvegliarsi quell'energia mossa dalla domanda "che padre voglio essere?".

Questo è stato il mio big bang, l'inizio del mio nuovo universo e l'inizio della ricostruzione. Ho ripreso a prendermi cura del mio corpo tornando dopo 17 anni in piscina (una delle decisioni più felici della mia vita), ho smesso di trovare scuse per non leggere e ho dato il via ad una nuova abitudine, ho deciso di non privarmi dell'opportunità di provare e di non farmi vincere dal fallimento. Ho iniziato ad essere presente e a desiderare di diventare libero di essere felice.
Con il tuo arrivo, tangibile anche per me, ho iniziato a scrivere questo blog e pochi mesi dopo ho iniziato a scrivere le mie poesie: anche la mia parte irrazionale, emotiva e artistico/creativa ha preso parte a questo concerto che anima la mia vita. Il tutto condito con la scoperta dell'amicizia, quella vera, fino ad allora per me di fatto sconosciuta.
Più passava il tempo, però, più sentivo che non capivo come mettere insieme questi pezzi, come orchestrarli. Continuavo ad avere fisso questo pensiero della libertà e della felicità come se ci fosse un modo giusto di raggiungerle. A quel punto ho scoperto che dovevo fare i conti con ancora uno scudo, un ostacolo che chiameremo la "matrice" perché si è costruita in tutta la vita in modo silenzioso e subdolamente si era sostituita a quella identità che nel frattempo era cresciuta e ora serviva una bomba per scardinarla definitivamente dal trono: credo di esserci riuscito.
Oggi dopo tanto tempo posso dire di essere libero, libero di scegliere ciò che mi fa bene, libero di provare, libero di sbagliare. Ho ancora tanto da fare per essere felice e chiudere il cerchio, ma oggi la mia rinascita è conclusa e io sono venuto al mondo... di nuovo!
Ora, come te figlio mio, ho tante cose nuove da imparare, provare e sperimentare. Te le racconterò dove non potrò mostrartele e ti mostrerò i loro effetti dove non potrò raccontartele (qualcosa ho già iniziato a scrivere nei mesi scorsi).
Ho capito che non bisogna essere qualcosa, che le etichette sono un costrutto sociale per capirsi ma che non servono a niente se non a limitarti. Ho scoperto che la libertà è bellissima finché non fa male a nessuno. Ho capito che non ci sono istruzioni su come attaccare i pezzi: costruisci quello che vuoi, tutte le volte che vuoi e ricomincia non appena credi di aver finito. Ho capito che non esiste la cosa giusta, ma solo quella giusta per te. Ho scoperto che non esista la verità, ma la tua verità: il mondo è un dialogo e un compromesso tra verità diverse. Non abbiamo un tempo infinito da passare qui e sarebbe un peccato non viverlo al massimo perché impegnati a soddisfare la vita di qualcun altro.
Credo di essere arrivato alla fine di questo riepilogo di vita. Ho finito capendo che cosa sia per il nuovo me la felicità e la libertà. Sono pronto adesso a iniziare il nuovo capitolo per costruirla, mantenerla e condividerla con te, la mamma e tutte le persone che vorranno condividere con me un pezzo del loro tempo.
Ci sentiamo presto,
M.