2022-12-01

Parlando del Nulla

La mia suggestione

Caro E.,

era un po’ che cercavo una sfida a lungo a termine che potesse appassionarmi e trascinarmi in una lotta continua con me stesso e le mie facoltà mentali; una di quelle sfide da cui probabilmente non si esce vincitori ma solo più ricchi di domande e di voglia di andare più a fondo.

Ho scorso i titoli tra i miei scaffali in cerca di una suggestione, un’ispirazione o qualsiasi cosa potesse catturare la mia attenzione e il mio indice ha indugiato su un testo intitolato “Il nulla e la poesia” di Emanuele Severino. Subito mi sono ricordato di un libro di una collana scientifica che ho collezionato qualche anno fa intitolato proprio “Il nulla”: poesia, letteratura, filosofia, fisica. Non potevo più tirarmi indietro.

Ho scritto su un foglio bianco “Il nulla”, ho iniziato a cercare possibile materiale utile, impilato libri pensato a mille percorsi possibili dei quali percorrerò sicuramente il milleun-esimo, ho pensato a che significato avesse il nulla per me ora e ho provato ad esprimerlo in versi e poi ho iniziato questa avventura.

Il nulla è associato, per analogia o contrapposizione, ai concetti di essere e non-essere, esistenza, origine, eterno e infinito. Inoltre quando si pensa al nulla spesso si passa per il vuoto, non solo fisico ma anche artistico ed emotivo. Vicini al nulla e al vuoto trova posto naturalmente la paura, quella paura che in ultima istanza porta al pensiero della morte come ritorno al nulla e fine di ogni cosa. Il nulla però è anche quella condizione che ha permesso la nascita delle grandi opere d’arte (in qualunque forma). Scalfire appena la superficie di questo concetto apre un mondo di possibilità che quasi vengono le vertigini a trovare un punto di partenza.

Ma allora perché? Mi chiederai. Perché inoltrarsi?

Quello che vorrei mostrarti e condividere è l’importanza di trovare qualcosa che ti appassioni e che catturi la tua attenzione. Non è rilevante quanto tempo potrai dedicarci, né se e quanti soldi ti farà fare e tantomeno se sarà l’attività che sosterrà economicamente la tua vita. Non è nemmeno importante che sia una: io ne sono un esempio, preferisco sapere poco di tante cose piuttosto che tutto di una cosa soltanto. Ma avere qualcosa a cui dedicarti, in cui rifugiarti, che costruisci con le tue forze in base alle tue aspettative e che ti permette di sentirti al tuo posto e di dare forma a quel tuo posto sarà un tesoro inesauribile, svincolato dalle mode e dalle leggi del mercato. Sarà uno spazio di intelletto e di espressione personale che trovano la piena soddisfazione nel fare, nel consumare quel tempo: poi ci saranno progressi, strumenti, prospettive e aggiungici quello che vuoi. Ma entrare in quel tempo renderà irrilevante ogni strumento, perché ogni cosa sarà valida se ti permetterà di dedicarti a ciò che ti appassiona, troverai sempre un modo, una soluzione o una alternativa perché il gusto di stare in quel tempo e in quello spazio sono la più incredibile delle ricompense. Per me questo è leggere, questo è scrivere e questo è provare ogni tanto a capire qualcosa di nuovo, difficile da cogliere, sfidare la mia stessa mente. Pensare e dare una voce a quei pensieri mi fa gustare la gioia di essere vivo. Non importa se questi pensieri finiranno qui, nel blog, o in una poesia o se resteranno tra le note del computer perché è quell’azione che è paga di se stessa. Tutto il resto sono esperimenti, condivisione, restituzione e viaggio fuori dalla zona di comfort.

Prima di salutarti allora permettimi di condividere con te la mia suggestione sul nulla, la mia speculazione creativa su questa parola tanto enigmatica. Se dovessi riassumere la mia tesi in una frase direi che il Nulla è l’informazione che non può più essere trasmessa (neanche potenzialmente).

Pensavo alla massima entropia dell’universo, quel momento in cui in tutto l’universo non ci sarà più un briciolo di energia per produrre lavoro, quell’istante da cui dovrebbe iniziare un perenne equilibrio fatto però di presenza. Se sono vere le leggi della termodinamica, per quel poco che mi ricordo dei miei studi universitari, tutto quello che c’è oggi c’era anche ieri e ci sarà per sempre. Tutta l’informazione che oggi circola in ogni istante dell’universo ci sarà anche in quell’istante infinito di equilibrio (esisterà ancora il tempo in quel momento? Forse no, non potendo più aumentare l’entropia), ma sarà un’informazione inutilizzabile: ogni atomo non sarà in grado di sapere se vicino a lui ne “esiste” un altro e forse la sua stessa “consapevolezza di esistere” richiederebbe energia che non ha. L’universo sarà pieno di informazione che non può essere utilizzata, l’universo avrà gli stessi elementi che ha ora non più in grado di interagire. Per me questo è il Nulla, la presenza inconsapevole, l’impossibilità di scambiare informazione e quindi di interagire. Il Nulla è essere senza poterlo dire.

Chissà in quanto tempo la storia massacrerà questa follia creativa forse priva di significato, in ogni caso mi piacerà scoprirlo.

A presto,

M.