2023-01-03

Disegnare il 2023

Testimonianza e presenza

Caro E.,

è passato un anno da quando sono metaforicamente partito con quella specie di zattera triangolare in cerca di me stesso. Il viaggio è stato davvero intenso e oggi rimetto i piedi in porto per un attimo per dare un’occhiata dall’esterno e fare i necessari rifornimenti.

Ero partito con tre idee in testa, due delle quali durante la navigazione si sono rivelate un intralcio invece che un sostegno perché per quanto ragionate non avevano tenuto conto della parte più profonda di me, del mio bisogno di esprimermi e di mostrare un po’ il mondo come lo sto vedendo io. L’anno appena trascorso è stato sicuramente l’anno della poesia: mi sono divertito e emozionato a scriverle e quest’anno voglio rinnovare quella gioia e quella libertà che lo scrivere mi permette di trovare.

Quello che non avevo ben chiaro l’anno scorso era il bisogno di raccontare, di scoprire e di vedere le cose con i miei occhi nuovi, incredibilmente giovani nonostante l’età e che si stanno rimasticando la realtà.

Sono arrivato al porto con una zattera ridotta in dimensioni, convertendo le sue parti per rinforzare ciò che davvero mi ha tenuto a galla in questa prima parte di viaggio e su queste basi, scoprire e raccontare, sto per rinnovare tanti obiettivi per questa seconda tappa del viaggio.

Scoprire

La scoperta è una attività che si manifesta attraverso i sensi e l’intelletto e una delle mie fonti di scoperta preferite è la lettura. Mi sono posto come obiettivo di leggere almeno 24 libri quest’anno e ho creato una reading challenge che spazia nei temi che ho incontrato nell’anno appena trascorso e che voglio continuare ad esplorare: il nulla, la filosofia, la poesia e la letteratura.

Ma scoprire è anche uscire, vedere e esperire. Il 2023 vorrei fosse l’anno in cui iniziamo a scoprire la montagna passeggiando le sue pendici almeno 15 volte in cerca di ispirazioni, meraviglia in cambio di fatica e perseveranza. Questo poi sarà l’anno dello stretto di Messina, perchè i sogni e gli obiettivi anche se sembrano un po’ fuori portata si possono raggiungere e scoprire di avere una quantità di risorse molto al di sopra delle nostre aspettative.

Raccontare

Scrivere è sicuramente l’attività che mi sta dando più gioia e quest’anno voglio raccontarti ancora di più di me, dei miei pensieri e delle mie emozioni. Allora continuerai a leggere le mie poesie, se vorrai, e le mie suggestioni letterarie. Cercherò di portarti anche lettere più libere dove raccontarti le mie complessità e la mia spesso estraneità al mondo. Ma voglio anche uscire da questa comodità: nel 2023 vorrei far esordire DV Podcast dove leggere e raccontare le mie poesie, per dar loro una voce e iniziare (in realtà ho già iniziato) a fotografarle per dar loro un volto.

Scrivere poesia è stato il vero fulcro di libertà nei 12 mesi appena passati e forse l’unico in cui riesco a manifestare le mie contraddizioni, l’altalena della mia vita, i miei saliscendi e le mie immagini; allora voglio investirci ancora di più.

Perché?

Ma perché tutti questi obiettivi? Provo a riassumerteli per punti (ordine sparso):

  • Leggere almeno 24 libri (Reading challenge)
  • Esordire con DV Podcast (almeno 100 poesie)
  • Scrivere (almeno 100) poesie
  • Scrivere almeno 20 lettere sul blog
  • Fotografare almeno 50 poesie
  • Andare in montagna almeno 15 volte
  • Nuotare lo stretto di Messina

Perché tutta questa lista? Perché tutti questi numeri che sembrano all’opposto della libertà?

Lo faccio per due motivi essenzialmente: il primo è perché credo siano la migliore testimonianza che sono in grado di darti in questo momento (oltre a garantirti la mia presenza). La testimonianza che le passioni si possono coltivare, che il tempo si trova e che le energie si rinnovano. La testimonianza che si può pensare in grande (per me questi obiettivi sono tanto grandi) perché la sfida grande è più coinvolgente e emozionante (questo lo ho imparato anche io recentemente). La testimonianza che non è mai un fallimento se ci hai provato con tutto l’impegno che avevi a disposizione, indipendentemente che quei numeri siano raggiunti tutti oppure no (ecco perché li ho messi). La testimonianza che hai una vita intera per fare qualcosa che ti riempie e con la quale almeno un po’ ti senti al tuo posto, ma ne hai una sola.

Il secondo motivo è un po’ in antitesi all’ultima frase e si ricollega a quello che ti ho scritto la scorsa volta: tutti questi obiettivi sono il tentativo di creare momenti di presente. Momenti in cui esserci con tutto me stesso, perché se resto fermo mi accorgo che in realtà non sto ancora bene.

Il mio posto ancora non lo ho trovato e non mi è facile individuarlo tra le strette pieghe di un mondo che mi ha sempre tenuto in piedi ma che fatico ora ad accettare e da cui fatico a liberarmi. Ho oltre trent’anni di abitudini, visioni del mondo statiche e preconcetti legati alla schiena, ma il mio coltello non è abbastanza affilato per tagliare quelle corde. Quel coltello l’ho chiamato coraggio e consapevolezza di sé. La mia preoccupazione più grande è quella di non far passare tutte queste corde anche per la tua di schiena, ma di permetterti di avere l’opportunità di guardare a modo tuo e di sperimentare. Adesso sei ancora piccolo ma intanto io scrivo, fuggo dentro di me, dove il pensiero è libero e insindacabile, dove ogni cosa può esistere. Ti lascio queste righe perché un giorno tu sappia che si può, anche dove io non riuscirò.

La parola che mi porto nello zaino in questa seconda tappa è “Libertà”: durante tutto l’anno passato è stata la mia chimera, la mia grande aspirazione e mi ha fatto non poco male. Tormentata, nascosta, sacrificata e temuta da me stesso in primis. L’ho scritta tante volte in questa lettera non a caso e quest’anno la porto con me per cercare di capire come viverla dentro il mio tempo, la mia società, tra le mie persone senza rinunciarvi, cercando di essere sempre la miglior versione di me stesso, anche quando le cose non vanno proprio bene. Mi aggrappo all’idea che un modo ci deve essere, un modo per liberarsi e librarsi in un mondo che non può essere solo regole, schemi e profitto ma in cui si nasconde tanta bellezza e espressione personale. Allora bisogna andare in alto e cercare da lì.

Una vita, figlio mio, ne hai una sola.

Il disegno

Per quest’anno non disegnerò imbarcazioni, ma porti. Il porto da cui parto e il porto che vorrei raggiungere durante questo viaggio.

Non vedo l’ora di risedermi qui (o chissà dove) fra un anno e riguardare questo disegno, i miei obiettivi e tutte le cose nuove e non previste che avrò fatto nel mezzo.

A riguardarlo il disegno sembra quasi la storpiatura dello scudo di Capitan America: non era voluto e non c'entra niente. Lascio a te ogni interpretazione.

A presto, M.