2023-10-26

Retrospettiva #1

Ricordi del bosco

Caro E.,

sto riguardando indietro a qualche giorno fa, una domenica mattina rallegrata da un sole fuori stagione dopo una nottata di pioggia. Una giornata con il sole che solletica la pelle, senza umidità nell'aria, solo quella rimasta sugli alberi e nel sottobosco.

Ripenso a quella passeggiata nel bosco a raccogliere castagne, la tua prima volta alla scoperta di quel frutto avvolto nelle spine. Mi sembra di averti davanti agli occhi mentre sali per il sentiero scivoloso con delle scarpe non troppo adatte perché per il tuo piedino, ancora, non ne abbiamo trovato un paio che ti vada bene; ma nonostante questo non ti sei mai fatto prendere in braccio, non ha mai cercato scorciatoie in quell'ambiente tutto da scoprire. Così, con qualche passo incerto e qualche piccolo sostegno da parte degli adulti, tu e una dolce biondissima compagna di avventura avete iniziato ad esplorare quel luogo che, almeno un po', aveva iniziato a tingersi dei colori dell'autunno.

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Nel frattempo io mi sono armato di macchina fotografica perché avevo una missione nella missione: raccontare questa tua esperienza.

Un po' di tempo fa, qualche settimana, mi sono imbattuto in un video di un creator che raccontava l'importanza che aveva per lui documentare la sua vita, registrare una traccia del suo punto di vista. Ho riflettuto un po' sul significato di quel video, sul compromesso tra vivere un ricordo e concentrarsi sull'immortalarlo e una cosa è rimasta nella mia mente: il desiderio di ricordare un'esperienza è un incentivo a viverla in modo più consapevole è profondo. L'obiettivo non è registrare tutto e fare una copia della propria vita, ma cogliere l'essenza di quell'esperienza o di quel momento. Il punto non è avere la macchina fotografica sempre in mano ma averla sempre a portata di mano. Il quaderno non deve essere aperto per accogliere un flusso continuo, ma deve essere sempre sul tavolo con una penna vicina. Così ho iniziato un diario, un diario quotidiano e l'obiettivo è non lasciare nemmeno un giorno vuoto.

Cosa significa questo?

Vivere con attenzione, scovare una storia in ogni giornata, anche in quelle che sembrano noiose o monotone. Per riprendere due concetti a me cari e che ho già avuto modo di raccontarti, c'è sempre qualcosa che si può fare per rendere una giornata memorabile, anche nel suo piccolo. Degna di avere due righe scritte su un diario. E memorabile non significa bella, a volte è memorabile anche una giornata in cui è andato tutto storto.

Il diario poi si può scrivere alla sera, le foto no, quelle richiedono un po' più di tempismo. Ma scrivere a fine giornata o in momenti predefiniti mi obbliga a tenere sempre alte le antenne perché poi quelle cose che vivo le devo trasformare in un ricordo e questo sta generando un circolo virtuoso incredibile.

Una cosa che invece mi ha molto incuriosito di quel video è l'importanza che l'autore ha dato a tutti gli aspetti del ricordo: non solo foto, ma anche video per raccontare le dinamiche, audio per cogliere i suoni e le voci, le loro intonazioni e le loro intenzioni, testo per far emergere quella componente emotiva che può sprigionarsi attraverso le parole. L'importanza infine di creare qualcosa di tangibile che possa dare la percezione di "ritoccare" quell'esperienza o quel momento vissuto sulla pelle. A casa abbiamo creato la nostra bacheca fisica delle foto (per il momento) e mi piacerebbe continuare a seguire questo suggerimento e cercare di creare ricordi a 360 gradi che in qualche modo portino con loro qualche significato più profondo, qualche segno più deciso sulla mia vita e magari anche sulla tua...

... ed eccoci di nuovo al rumore dei ricci che cadono dagli alberi, che le prime volte attiravano la vostra attenzione, e all'odore del bosco ancora bagnato di pioggia ma scaldato dal sole. Senza nemmeno accorgerci, senza la consapevolezza che a volte rovina il momento, ci siamo tutti equilibrati al ritmo del bosco, ci siamo dimenticati degli orologi e della fretta. Ci siamo fatti catturare dalla ricerca e dal gusto di riempire i cestini. Io cercavo di continuare a raccontare attraverso qualche scatto, appostandomi dietro a qualche albero, aspettando qualche gesto delle mamme che realizzassero una composizione in grado di raccontare la pace di quella attività. Ma poi voi due ci avete sorpreso e nella magia dell'ecosistema naturale avete trovato in autonomia due sassi su cui sedervi e su cui semplicemente stare, stare in quel presente. Vi siete scambiati sguardi indimenticabili per chi vi ha visto, avete riso insieme e fatto parte di quel bosco almeno per un po'. Non avete avuto bisogno di altro se non del bosco: un ambiente naturale, nella sua essenza è tutto quello che vi serviva per vivere un presente sereno.

Questo fatto, proprio questo fatto che mi era sfuggito, lì per lì annebbiato dal vostro aver fatto i bravi in quella situazione, dà il nome a questa specie di rubrica: Retrospettiva. Ho dovuto riguardare e rivivere quella scena per comprendere che non avete fatto i bravi ma che siete semplicemente stati: non c'è stato uno sforzo ma la naturale essenza del vostro essere in quell'ambiente. E in quello stesso modo avete toccato gli alberi e avete provato ad arrampicarvi su di essi. Esattamente in quel modo siete caduti scivolando sul fango e vi siete sporcati, ma senza che questo generasse in voi un fastidio o un malessere; tutto era esattamente al suo posto, compresi i pantaloni o le mani sporche. Mi ritrovo ad aver portato a casa molto più di un cesto di castagne e qualche foto da quella mattina. Tengo con me il ricordo dell'appartenenza a quel posto, il ricordo del nostro sentirci parte di quell'ambiente e del ritmo che quell'ambiente ci ha imposto.

Se faccio lo sforzo di riportare la mente in quel bosco mi sembra di risentire i rumori dei ramoscelli spezzati dai nostri passi, i canti degli uccelli e il rumore del loro volo tra le fronde degli alberi. Ma tutto questo vive senza tempo e senza sequenzialità, non vive al di fuori di me: quei rumori, quei suoni, quelle luci sono dentro, sono tutte insieme e una alla volta. Non c'è un prima o un dopo, un inizio o una fine, come se in quel bosco ci fossimo sempre stati e non ce ne fossimo mai andati.

E J EM A

A presto,
M.